AIFA publishes the Report “The use of antibiotics in Italy – 2022”
AIFA
Riassunto e Commento:
Il rapporto nazionale AIFA 2022 sull’uso degli antibiotici in Italia mette in luce un aumento significativo del consumo con un incremento del 25% rispetto al 2020-2021, indicando un ritorno a valori di consumo simili al periodo pre-pandemico. Oltre un cittadino su tre ha ricevuto almeno una prescrizione, con una prevalenza maggiore nelle fasce di età più estreme. Si è registrato un importante aumento del consumo di antibiotici soprattutto tra i bambini della fascia di età 0-4 anni, dato che potrebbe essere messo in relazione alla diffusione di infezione respiratorie di diversa origine che si sono succedute nel corso del 2022. L’andamento del consumo degli antibiotici mostra difatti un ritorno alle tipiche fluttuazioni stagionali che erano quasi scomparse nel 2020-2021. Al tal proposito occorre però ricordare che la gran parte delle infezioni respiratorie sono di origine virale.
L’assistenza convenzionata si rende responsabile della maggior percentuale di consumo degli antibiotici a carico del SSN, con notevoli differenze all’interno del nostro stesso paese: le Regioni del Sud evidenziano un consumo del 63,2% superiore a quelle del Nord (18,5 vs 11,3 DDD) e del 22,4% superiore rispetto al Centro. Le regioni del Nord si distinguono per avere consumi e spesa pro capite inferiori alla media nazionale.
Le associazioni di penicilline si confermano gli antibiotici più utilizzati ma la quota di antibiotici Access (di cui fanno parte le penicilline) considerati di prima scelta raggiunge il target del 60% raccomandato dall’OMS solo al Nord ed esclusivamente in ambito pediatrico, con una preoccupante crescente tendenza all’uso di antibiotici ad ampio spettro. Questo approccio potrebbe contribuire all’aumento delle resistenze batteriche. Ricordiamo a tal proposito che nelle mappe europee relative
alla distribuzione dei batteri resistenti, l’Italia detiene, insieme alla Grecia, il primato per diffusione di germi resistenti.
Se l’assistenza convenzionata primeggia in prescrizioni rendendosi responsabile del 90% del consumo degli antibiotici a carico del SSN, anche in ambito ospedaliero non va meglio, con un incremento del consumo degli antibiotici ad ampio spettro e/o di ultima linea, dato che colloca l’Italia ben al di sopra della media europea (53,9% vs 37,6%).
Nel complesso i dati 2022 sollevano interrogativi sull’appropriatezza prescrittiva, soprattutto in un contesto in cui l’antibiotico-resistenza rappresenta una crescente minaccia per la salute pubblica globale. È fondamentale monitorare questi trend e promuovere campagne di sensibilizzazione sull’uso corretto degli antibiotici mirate a medici, farmacisti e pazienti. Tutti gli attori dovrebbero essere coinvolti. Il farmacista potrebbe svolgere un ruolo cruciale nel dissuadere il paziente dall’intraprendere una terapia antibiotica senza consulto medico. I pazienti andrebbero educati attraverso campagne mirate a un corretto utilizzo di questi preziosi farmaci, invitandoli anche ad evitare assunzione di compresse rimanenti da precedenti terapie. A tal proposito potrebbe essere utile una revisione del packaging degli antibiotici al fine di evitare rimanenze, adeguandolo a quelli che sono i più comuni schemi terapeutici. I medici andrebbero formati in modo da rispettare i criteri di appropriatezza prescrittiva, evitando di cedere di fronte a richieste inappropriate o per paura di complicanze in caso di mancata prescrizione. Possiamo dire, concludendo, che la situazione richiede un’attenzione particolare da parte delle autorità sanitarie per garantire pratiche di prescrizione responsabili e consapevoli.